domenica 7 febbraio 2010

LE ORIGINI - STORIA DEL PEPERONCINO


Il nome Peperoncino deriva dal latino Capiscum, dove capsa significa scatola.Il frutto ha una forma molto simile ad una scatola contenente i suoi semi. In Italia è chiamato peperoncino, mentre nei Paesi di lingua inglese e spagnola si chiama Chili, in Portogallo e Spagna è soprannominato Ancho o Aji . Da sempre molto apprezzato il peperoncino piccante è una delle spezie maggiormente utilizzate in tutte te tradizioni culinarie del mondo. Il peperoncino ha una storia molto antica, le parti usate, sia in cucina che in medicina, sono i frutti, di forma e di dimensioni variabili. All’interno sono contenuti i semi bianco giallastri. I frutti racchiudono tra le varie sostanze capsaicina, lecitina e pectina. Col peperoncino la cucina povera trovò la sua grande occasione. Finalmente ecco come dare un sapore ai cibi che non l’avevano, conservare la carne o mitigarne il gusto alterato in epoche di scarsa possibilità di conservazione, le sue proprietà disinfettanti erano un toccasana per le popolazioni di paesi caldi e poveri. Ancora oggi il peperoncino piccante è largamente utilizzato nella medicina tradizionale indiana.
I popoli ricchi, al contrario, non lo hanno mai considerato un elemento importante per la cucina perchè il suo forte sapore nascondeva il gusto di cibi raffinati. Inoltre, non venne solo bandito dalla gastronomia ricca, ma anche dai pregiudizi morali. I Puritani ed altre confessioni lo vietarono considerandolo eccitante e capace di risvegliare i sensi con poteri addirittura diabolici. Ancora oggi, in molti nostri dialetti meridionali, il peperoncino piccante viene chiamato diavolicchio.
La riscoperta del peperoncino è anche dovuta all’accettazione dell’efficacia dei suoi principi attivi da parte della medicina ufficiale. Il capsicum contenuto nel peperoncino, e alcuni derivati di questo, rientrano nella composizione di numerosissimi farmaci.
Originario del Messico, venne importato in Spagna al ritorno dalla seconda spedizione di Colombo; in seguito si è rapidamente diffuso in Europa.
Pare che nel mondo esistano piu’ di 5000 qualità di peperoncino.
Il chimico W. Scoville nel 1912 mise a punto un metodo per valutare la piccantezza del peperoncino: i gradi Scoville indicano per l’appunto il rapporto di diluizione in acqua necessario a far perdere la piccantezza al peperoncino analizzato.
Molte sono le vitamine presenti nel peperoncino e tra queste:
Vitamina C (che però va persa durante l’essiccazione)
Vitamina PP
Vitamina B2
Vitamina E(aumenta l’ossigenazione del sangue in virtù dei suoi effetti antiossidanti
nei confronti dei globuli rossi)
Vitamina K (antiemorragica)
Il peperoncino vanta proprietà vasodilatatrici e anticolesterolemiche anche grazie all’azione della vitamina PP che aumenta l’elasticità dei capillari e della vitamina E che aumenta l’ossigenazione del sangue. Usato esternamente ha un effetto revulsivo: riscalda e dilata i vasi è perciò usato come coadiuvante in malattie reumatiche e in lombaggini.
Il peperoncino è stomachico cioè favorisce la secrezione dei succhi gastrici e quindi la digestione contrariamente a quel che si pensi.
In Cina e in India è usato contro la depressione.
Nell’intestino il peperoncino svolge un’azione antiputrefattiva e antifermentativa
Funziona anche come decongestionante e antiinfiammatorio contro laringiti, raucedini e tossi spasmodiche. Per placare il bruciore nella bocca, i metodi più efficaci sono ingerire dello zucchero, dell'olio o dei grassi; anche masticare del pane aiuta, in quanto rimuove per azione meccanica la capsaicina, mentre la caseina di latte, molto più concentrata nei formaggi, la lega, rendendola inefficace. Non è solubile in acqua, quindi bere acqua non aiuta molto, mentre lo è nei grassi e nell'alcool. Per i casi più estremi, porre del ghiaccio sulla parte aiuta a diseccitare i recettori. È irritante per gli occhi, ed in alta concentrazione, per la cute.

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